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Giuseppe Tomasi di Lampedusa presso la chiesa di San Domenico, Pantheon degli Illustri di Sicilia.

19 marzo | 2024
Il monumento è concepito come un piccolo sarcofago in pietra su cui è inciso l’incipit de Il Gattopardo: “Nunc et in hora mortis nostrae. Amen”

Sabato 23 marzo 2024 alle ore 11:00, avrà luogo la cerimonia di svelamento della tomba di Giuseppe Tomasi di Lampedusa presso la chiesa di San Domenico di Palermo, Pantheon degli Illustri di Sicilia, alla presenza delle autorità civili e religiose e della comunità tutta.

L’operazione, voluta dalla comunità dei padri domenicani di Palermo in accordo con la famiglia Lanza Tomasi, è stata promossa da padre Sergio Catalano, Rettore della chiesa di San Domenico, con il sostegno del Rotary International, Distretto 2110 Sicilia e Malta, nelle persone dei Governatori Gaetano De Bernardis e Ferdinando Testoni-Blasco.

Dopo Giovanni Falcone e Sebastiano Tusa, l’ingresso di Giuseppe Tomasi di Lampedusa in san Domenico continua a far riscoprire il Pantheon come un modo possibile della Chiesa di essere con gli uomini – con le loro inquietudini e i loro interessi.

L’attualità del messaggio di Tomasi di Lampedusa – consegnatoci nell’opera che lo rese celebre, Il Gattopardo – sta, infatti, nella sua capacità di analizzare il periodo di trasformazioni e di crisi in cui il romanzo è ambientato, e di raccontare la sicilianità delineando tipi umani universali.

Riscoprire il Pantheon come luogo identitario, dove riposano uomini dalle alte gesta, racconta come l’umanità si costruisca attraverso dei riferimenti luminosi – tra cui Tomasi di Lampedusa.
Un’operazione apostolica dal gusto culturale, propria all’Ordine dei predicatori.

Il monumento funebre che custodirà i resti dello scrittore – progettato dallo studio opificioprogetti (architetti Giuseppe M. Alessi, Filippo Amara e Sergio Catalano) e approvato dalla Soprintendenza ai BBCCAA di Palermo – è collocato lungo la navata destra della chiesa: un’opera di grande semplicità ed eleganza, capace di entrare in silenzioso dialogo con l’architettura storica dell’edificio.
Il monumento è concepito come un piccolo sarcofago in pietra su cui è inciso l’incipit de Il Gattopardo: “Nunc et in hora mortis nostrae. Amen”.

Un incipit che, ci piace pensare, possa essere tale anche per il suo autore: un nuovo inizio, grazie al quale la sua presenza tra gli illustri di Sicilia torni a farne ascoltare la voce.


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Comunità dei frati del Convento San Domenico di Palermo