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Convento San Domenico

Palermo

Beato P. Geremia

predicatore domenicano

Vita del Beato Pietro Geremia

fr. Giovanni Calcara op
P ietro Geremia nacque a Palermo il primo agosto 1399. La frequentazione con i Domenicani costituì per Pietro la possibilità di vivere le sue prime esperienze di fede. A 18 anni lasciò Palermo per recarsi a studiare Legge a Bologna. Alla vigilia della laurea, nel 1424, quando il padre e la famiglia già intravedevano la meta dei loro piani, Pietro entrò nell'ordine Domenicani.
L'opposizione della famiglia fu così forte da indurre i superiori a non farlo ritornare in Sicilia per il noviziato, che fece a Fiesole (FI), sotto la sapiente guida di Sant'Antonino Pierozzi, poi arcivescovo di Firenze.
Appena ordinato sacerdote, iniziò la sua attività di predicatore e di insegnante, con larga stima non solo nell'ambito domenicano, ma soprattutto presso la Curia romana. Insegnò a Firenze, a Bologna, ad Oxford in Inghilterra. Predicò a Padova e in molte città della Lombardia e della Toscana. L'immersione nella predicazione del Vangelo è, per il beato Pietro, totale. Di lui ci rimangono numerosi e pregevoli "Sermoni”, in gran parte, che ne testimoniano l'intelligente e fervorosa predicazione, molti dei quali pubblicati nel 1502 dal Britannico. Ma quel che è più importante è la sua descrizione delle caratteristiche del predicatore, i cui tratti egli venne maturando nel corso della sua esperienza.
Il suo desiderio di conformarsi a Cristo Crocifisso era tale, da spingerlo a lamentarsi con Dio quando rimaneva qualche tempo senza prove.
Tornato a Palermo, si adoperò così con ogni mezzo per la rinascita di una vita veramente spirituale tra i religiosi ed il clero in tutta l’isola.
La sua testimonianza di uomo del Vangelo indusse l'intero convento di S. Cita (fondato nel 1428) a ripristinare la perfetta osservanza della spiritualità domenicana, divenendo polo d'attrazione per tutta la città.
L'episodio che lo rese caro ai palermitani avvenne nel 1450. Palermo era afflitta da carestia e peste, rivolte e disordini. Per diverso tempo la città rimase isolata per le avverse condizioni del mare e per l'impraticabilità delle campagne circostanti, allagate da temporali. La gente moriva letteralmente di fame. Il Pretore, il Senato e i Patrizi si recarono a S. Cita per chiedere consigli al Beato che rassicurò tutti dicendo: "Il sole non volgerà al tramonto prima che saremo tutti consolati". Recatosi poi in riva al mare esortava tutti a pregare, quando improvvisamente si vide spuntare all'orizzonte una nave, che riuscì ad entrare in porto scaricando vettovaglie e viveri di ogni genere per poi scomparire istantaneamente, così come era apparsa. L'episodio è stato poi immortalato sul secondo altare della navata destra della Cattedrale di Palermo, così come in una tela conservata nel Municipio di Palermo.
Dopo aver preannunziato il giorno della sua morte e promettendo la sua intercessione presso Dio, fece ritorno alla casa del Padre. Era il venerdì 3 marzo 1552.
La fama di santità continuò soprattutto dopo la sua morte ad essere viva nei palermitani e il culto fu confermato da Pio VI, il 12 maggio 1784. La sua memoria liturgica si celebra il 25 ottobre nell'anniversario della dichiarazione a Patrono civile di Palermo, avvenuta nel 1675 da parte del Senato Palermitano che lo proclamò "Avvocato e Patrono" della città.

Per conoscerlo meglio:

  • Matteo Angelo Coniglione, Pietro Geremia O.P. Santo - Apostolo - Scrittore inauguratore dell'Università catanese, Catania, Tip. Ospizio di Beneficenza, 1952.
  • Vincenzo Romano, Il domenicano palermitano Pietro Geremia (1399-1452) nello sviluppo della cultura europea del XV secolo, Palermo, Provincia Regionale di Palermo; Biblioteca Regionale dei Domenicani, 2002.