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Convento San Domenico

Palermo

In molte chiese di Sicilia, è costume addobbare con drappeggi colorati di forte impatto scenografico le pareti e i luoghi ove si officiano le sacre funzioni durante le solennità dell’anno liturgico o delle feste del Santo cui l’edificio è dedicato.
Durante la Quaresima o i riti della Settimana Santa era usanza celare l’altare con panneggi che richiamavano e manifestavano la dimensione penitenziale dell’intera comunità religiosa, felice preludio alla rinascita, alla gloriosa risurrezione.
Veli bianchi, grigi, neri proliferavano un po’ dappertutto. Sete, rasi viola e purpurei ricoprivano altari e nascondevano croci, costituendo talvolta veri e propri sipari.


Nella nostra chiesa di Palermo, è possibile ammirare durante il tempo di Quaresima una tela tra le più grandiose d’Italia e d’Europa.
In San Domenico è, infatti, issata davanti la grande abside, 'a Tila: un tessuto alto 30 metri e largo quanto l'arco absidale in tessuto di canapa. Sulla tela è riprodotta la deposizione di Cristo in braccio a Maria vergine, la quale lo porge ai frati e alle monache dell’Ordine domenicano.


Durante la celebrazione della notte di Pasqua, al canto del Gloria, 'a Tila viene mollata dall’alto lasciandola cadere liberamente e svelando l'altare maggiore, dove appare in tutto il suo splendore la statua del Cristo Risorto.
 calata 'a Tila è un rito che appartiene al teatro liturgico barocco. Un rito tramite il quale si teatralizzava appunto quello che si celebrava. Esso appartiene alla logica delle "Velatio" o dell'esposizione delle Tele della Passione quaresimali. Consuetudini legate alla penitenza propria del tempo liturgico, la cui introduzione in Sicilia è riconducibile all’arrivo del Conte Ruggero, avvenuta dopo la riconquista Normanna della Sicilia, XI secolo.